Buongiorno!
Eccomi di ritorno da te dopo due settimane di pausa. Oggi parliamo di Singleism, Solitudine da Glovo, Intelligenza Artificiale Generativa, un TEDX che ho trovato illuminante, uno dei migliori libri sulla creatività che abbia mai letto e altre cose interessanti che ho trovato online e offline.
C’è anche una piccola novità. Ho tolto (o almeno dovrei averlo fatto…) la possibilità di mettere "Mi piace" a questa newsletter. I Like sono una dinamica Social che non mi è mai piaciuta perché spesso rischia di invertire il fine con il mezzo spingendoci a scrivere per avere dei Like, al posto di avere dei Like per quello che scriviamo.
Buona lettura!
Jacopo
Corrente #103: Singleism.
La città dove vivo, Milano, è ormai da anni considerata la «capitale dei single» d’Italia. Negli ultimi anni il numero di single è cresciuto esponenzialmente e su oltre 700.000 nuclei familiari presenti, il 47,3% è «monopersonale», ovvero formato da una sola persona. E questa tendenza non riguarda solo Milano. I single stanno crescendo in tutto il Paese e in tutto il mondo. Negli usa per esempio, i single sono il 50% della popolazione, tanto che dopo la Pandemia si è iniziato a parlare di «epidemia di solitudine» per sottolineare come, secondo alcune ricerche, la mancanza di relazioni sociali potrebbe aumentare le nostre probabilità di morire prematuramente. L’isolamento sociale è infatti associato a un aumento del 29% del rischio di malattie cardiache e del 32% del rischio di ictus.
Da cui fenomeni tipici della nostra epoca come il «Singleism» inteso come una sorta di stigmatizzazione degli adulti single che comprende gli stereotipi negativi sui single e la discriminazione nei loro confronti. Oppure il «Solo-wedding», ovvero la pratica di sposarsi solo con se stessi, con tanto di festa e torta nuziale, per celebrare la propria indipendenza e giurarsi eterno amore.
I fattori della crescita dei single sono molti. La crisi economica, in primis. Avere una famiglia e dei figli è un lusso che oggi non tutti i giovani possono permettersi. Il costo della vita è in continuo aumento mentre i salari, almeno in Italia, sono pari, se non inferiori a quelli di trent’anni fa. Così come il costo della casa che a Milano per esempio è diventato insostenibile, o l’aumento dei mutui e l’instabilità del lavoro.
Per dare un'idea della situazione economica in cui viviamo basta pensare che tra il 2000 e il 2022 i prezzi dei servizi ospedalieri sono cresciuti di più del 200%, quelli per il college del 180%, quelli per le scuole elementari del 120% e quelli del cibo e delle case del 90%. Sono però scesi i costi per l’acquisto di un cellulare (-40%) o di un software (-60%) o di una TV (-90%).
Con Internet si è chiuso un processo dialettico tra individuo e collettività che vedeva nel concetto di «noi-la-collettività» il paradigma tipico del secondo dopo guerra, poi mutato in «io-la-individualità» negli anni Ottanta e Novanta e infine divenuto «io-la-collettività» con l’inizio del nuovo secolo.
Economicamente parlando dunque non stupisce che ci siano sempre meno adulti con figli e sempre più adulti con televisori e smartphone.
Fattori economici a parte però, ci sono anche delle variabili socio-culturali da tenere in considerazione. Se guardiamo il mutamento della nostra società degli ultimi quarant’anni potremmo dire che con Internet si è chiuso un processo dialettico tra individuo e collettività che vedeva nel concetto di «noi-la-collettività» il paradigma tipico del secondo dopo guerra, poi mutato in «io-la-individualità» negli anni Ottanta e Novanta e infine divenuto «io-la-collettività» con l’inizio del nuovo secolo.
Stiamo vivendo l’era dell’individualità connessa. Singoli individui che ruotano attorno a nuclei centralizzati come social network o piattaforme dove qualsiasi proprietà, esperienza o capacità può essere condivisa con la collettività.
Oggi condividiamo moltissimo, come mai prima nella storia, eppure ci sentiamo sempre più soli. Viviamo nella paura costante di essere tagliati fuori, nell’ansia che nessuno si accorga di noi o che nessuno ci ascolti. Ci stiamo costruendo micro mondi connessi dove siamo circondati da espressioni digitali di noi stessi. Viviamo la quintessenza di un Solipsismo vertiginoso dove tutto è solo come noi lo pensiamo.
Stiamo vivendo l’era dell’individualità connessa. Singoli individui che ruotano attorno a nuclei centralizzati come social network o piattaforme dove qualsiasi proprietà, esperienza o capacità può essere condivisa con la collettività.
Ovvio che siamo e ci sentiamo soli. Ovvio che siamo fragili e ipocondriaci. Non è facile sentirsi sempre con i riflettori puntati e, al contempo, sapere che non c’è un pubblico davanti a noi pronto ad ascoltarci.
Cose interessanti che ho trovato o scritto online e offline.
/ Su Intelligenza Artificiale Generativa:
Venerdì 17 Maggio terrò un webinar gratuito su Intelligenza Artificiale Generativa insieme a Alessandro Vercellotti e Raffaele Gaito. È gratuito e ti puoi iscrivere qui. [Link]
L'ultimo TEDx di Mustafa Suleyman, CEO di Microsoft AI e co-fondatore di Inflection (azienda madre di PI), è illuminante. [Linkedin]
Non possiamo più permetterci il lusso della pigrizia formativa. [Linkedin]
Midjourney, DALL-E, Stable Diffusion, o FireFly, qual è il miglior modello per generare immagini? [Linkedin]
Insieme ad Illustrator di Adobe penso che Recraft sia il miglior tool per generare immagini vettoriali. [Linkedin]
Non c'è settore o attività che, grazie all'Intelligenza Artificiale Generativa, non stia crescendo. [Linkedin]
Una mia intervista su Intelligenza Artificiale Generativa. [Linkedin]
Un glossario dei principali termini del mondo Intelligenza Artificiale. [Link]
Un tool per creare set LEGO. [Link]
Reid Hoffman intervista la versione AI di se stesso. [Linkedin]
Le migliori aziende EdTech secondo il TIME. [Link]
Se ti interessa il tema Intelligenza Artificiale Generativa, qui trovi il mio corso “Prompt Design” (ti puoi iscrivere con il 30% di sconto utilizzando il codice N30). Mentre qui puoi iscriverti alla newsletter gratuita dove ogni lunedì condividiamo le principali notizie dal mondo AI.
/ Su altre cose interessanti:
Viva la festa del lavoro (e di chi se lo inventa!). [Linkedin]
Questa settimana ho letto «The Creative Act: A Way of Being» di Rick Rubin, uno dei migliori libri che abbia letto sulla creatività. Un libro che, oltre a dare consigli su come essere più creativi tanto nella vita quanto nel lavoro, trasmette bene l'importanza e la bellezza di essere creativi secondo il principio per cui: «The reason we’re alive is to express ourselves in the world». [Link]
Un viaggio lungo 22.387 chilometri, 4.492 ore, 187 giorni a piedi senza sosta, o 561 giorni camminando 8 ore al giorno. Lungo il percorso, si passa attraverso 17 paesi, sei fusi orari e tutte le stagioni dell'anno. [Link]
Cerca case a caso da comprare o affittare negli States. [Link]
A Milano ti consiglio la mostra «Brassaï. L'occhio di Parigi» a Palazzo Reale. Un lungo percorso nella Parigi degli anni Trenta tra coppie di innamorati, clochard, prostitute, case delle illusioni, balli, e scorci di una Parigi deserta. [Link]
Scopri quale carta dei tarocchi è più in linea con il tuo profilo LinkedIn. [Link]
I vincitori del WordPress Photo 2024. [Link]
Muro Filosofico
«Di Notte In Giro Da Solo Come i Glovo»
- sui muri di Milano
Una frase che riconduce immediatamente a Karl Marx che, nella sua analisi dell'alienazione lavorativa, potrebbe vederci un'esemplificazione della condizione del lavoratore moderno. Per Marx, l'alienazione si verifica quando i lavoratori sono separati dai frutti del loro lavoro, dalla loro natura umana e dai loro colleghi. I Glovo, lavorando da soli di notte, possono rappresentare questa alienazione, simboleggiano la perdita di connessione e di comunità che Marx identifica come una delle piaghe del capitalismo industriale.
Ma forse, anche a Guy Debord che, nella sua critica della società dello spettacolo, potrebbe interpretare 'Di Notte In Giro Da Solo Come i Glovo' come una metafora dell'isolamento nell'era moderna. I Glovo, in quanto lavoratori che fungono da semplici mezzi per la consegna di beni, possono rappresentare l'isolamento e la riduzione dell'individuo a una funzione all'interno di un sistema più ampio che privilegia l'immagine e il consumo sopra l'interazione umana autentica.