Buongiorno!
Questo martedì mi sono visto con Federico e Mario per chiudere l'Alpha di Youpiter, la app di cross-learning pensata per acquisire le competenze chiave nell'era dell'IA.
Ci siamo incontrati solo due volte dal vivo - entrambe a Venezia - per il resto del tempo abbiamo lavorato in remoto e in maniera asincrona. E in due mesi abbiamo realizzato tutto (app, grafiche, corsi, contenuti, UI...) senza altre risorse se non, ovviamente, l'aiuto dell'IA (è incredibile quanto questa tecnologia velocizzi lo sviluppo di un'idea).
È stato un lavoro intenso (anche perché per ora Youpiter è per tutti e tre un side project) ma siamo arrivati all'obiettivo:
Una versione Alpha con le funzioni essenziali da condividere con 400 Alpha Tester che abbiamo selezionato dalla prima call che abbiamo fatto.
A luglio, dopo aver raccolto i primi feedback, lanceremo la Beta. Se vuoi provarla in anteprima (e se non sei già tra gli Alpha Tester) partecipa alla selezione dei Beta Tester compilando questo form: https://forms.gle/vqnjyTpKv3ACCNua7
In cambio riceverai un mese di utilizzo gratuito della piattaforma (e tutta la nostra gratitudine 🙏)
Ti aspetto!
PS: Il Muro Filosofico di oggi sembra aver ispirato più di altre volte ChatGPT che mi ha proposto tre interpretazioni piuttosto impegnate, le ho riportate tutte e tre. Il Muro l’ho fotografato a Palermo, ma il commento di ChatGPT funzionerebbe bene anche per la patinata Milano delle week infinite.
Sono Jacopo Perfetti, mi occupo di robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.
Qui puoi iscriverti al mio corso "Prompt, Chi Parla?", usa il codice N30 per avere il 30% di sconto.
Le immagini di questa newsletter, così come i testi della sezione “Presente” e “Passato” sono generati con l’IA. I post della sezione “Futuro” invece li ho scritti io e li puoi leggere su Linkedin, anche se non hai un account Linkedin, basta che clicchi sulla X in alto a destra del pop-up.
/ Futuro: Intelligenza Artificiale Generativa
⭕ Nel futuro non potremo più permetterci il lusso della superficialità. Ovvero non potremo più accettare a priori quello che vediamo su uno schermo. Ogni immagine, ogni parola, ogni video che incontreremo online potrebbe essere generata da un'IA, una tecnologia bravissima a far sembrare vero anche ciò che non lo è. Il punto non è se sia giusto o sbagliato. Il punto è che sta già succedendo. E noi dobbiamo essere preparati. Non potremo più fermarci alla superficie. Dovremo fare la fatica di andare in profondità. Imparare a dubitare. A osservare. A porci domande. Perché distinguere il vero dal verosimile sarà una delle competenze chiave del nostro tempo. Qui 10 consigli per capire se un’immagine è stata generata da un’IA. [Leggi il post]
⭕ Midjourney ha annunciato che a breve rilascerà V1 Video Model, il suo primo modello di generazione video. Se hai un abbonamento Midjourney puoi votare i video migliori qui: https://lnkd.in/dbSFn8V9 Il vantaggio rispetto ad altri linguaggi di generazione video sarà sicuramente la qualità e il livello di creatività dell'immagine iniziale. Già oggi infatti molti dei video fatti con Luma, Veo o Kling partono da immagini generate con Midjourney. A breve potremmo rimanere dentro la stessa piattaforma. [Guarda il video]
⭕ Domanda sbagliata: Questo tool è gratuito? Domanda giusta: Quanto posso guadagnare con questo tool? Strumenti come ChatGPT costano, poco, ma costano. Ed è giusto così. È una tecnologia che può aumentare la nostra produttività e, volendo, permetterci di aumentare la nostra attività. Perché dovrebbero essere gratuiti? Solo con ChatGPT per esempio, e senza avere alcuna competenza tecnica, già oggi possiamo proporre tutti questi servizi. [Leggi il post]
⭕ Settimana scorsa durante un convegno un imprenditore ha raccontato come un servizio che nel 2023 aveva pagato 90.000 euro oggi si può fare gratis con ElevenLabs. E questo accadeva prima del rilascio di ElevenLabs Conversational AI 2.0 che rende gli agenti vocali ancora più naturali e efficienti grazie alla possibilità di allenarli con propri Knowledge base e la capacità di cambiare lingua a seconda dell'interlocutore. Ogni giorno l'Intelligenza Artificiale Generativa fa un passo in avanti e quel passo comporta: Da una parte la perdita di mercato per chi offriva un servizio che ora con l'IA si può fare con pochi dollari e senza alcuna competenza tecnica. Dall'altra la nascita di nuove opportunità di business per chi è in grado di rinnovare la propria offerta grazie alle possibilità date dall'IA. [Leggi il post]
⭕ Builder.ai è una startup londinese valutata 1,5 miliardi di dollari e sostenuta da Microsoft e dal fondo sovrano del Qatar che promette di creare app in pochi minuti grazie all'AI. O almeno così era fino a qualche giorno fa quando ha dichiarato banca rotta e ha ammesso che la sua AI si basava in realtà su un team di 700 ingegneri in India assunti per scrivere codice manualmente. Un classico caso di Ai-washing. Ovvero quella tendenza sempre più diffusa di spacciare per AI anche quello che non è. Una sorta di “greenwashing” tecnologico. [Leggi l'articolo]
/ Presente: Fenomeni dell’epoca corrente
⚪️ Dark Woke
(n.) Corrente del progressismo contemporaneo, più cinica, provocatoria e spietata nei toni e nei metodi, emersa in risposta al secondo mandato presidenziale di Donald Trump.
Il “dark woke” si propone come reazione all’idea di una sinistra percepita come troppo moralista, gentile o inoffensiva, e incarna la volontà di “combattere il fuoco con il fuoco”, adottando strategie comunicative aggressive, slogan brutali, meme irriverenti e persino insulti, pur mantenendo un’identità nominalmente progressista. Questo fenomeno rappresenta un’evoluzione del cosiddetto "dirtbag left", ovvero quella corrente della sinistra radicale, emersa già durante il primo mandato di Trump, che si distingueva per un linguaggio volgare, sarcastico e sprezzante verso i propri avversari politici, rifiutando il politicamente corretto in favore di un’attitudine più dissacrante e populista. Il “dark woke”, pur condividendone l’irriverenza, aggiunge una dimensione più oscura e conflittuale, talvolta al limite del linguaggio reazionario, con l’obiettivo di ribaltare la narrativa dominante secondo cui la gentilezza e l’elevazione morale sarebbero strumenti efficaci nella lotta politica.
⚪️ Phantom Wealth
(n.) La sensazione diffusa tra i Millennials di non essere realmente ricchi, nonostante il loro patrimonio netto sia cresciuto significativamente negli ultimi anni.
Questo fenomeno nasce principalmente dalla consapevolezza di avere una ricchezza legata principalmente a beni poco liquidi come immobili, investimenti in azioni e fondi pensione, piuttosto che a disponibilità economiche immediate. Oltre al fatto che parte di questa ricchezza dipende da eredità o donazioni familiari necessarie per affrontare spese elevate come mutui, prestiti studenteschi o il costo della vita, alimentando la percezione di insicurezza finanziaria nonostante l’aumento del valore degli asset.
⚪️ Street Casting
(n.) Pratica di selezione di modelli e modelle tra persone comuni incontrate per strada, al di fuori dei tradizionali canoni estetici dell’industria della moda.
Utilizzato per promuovere autenticità, inclusività e diversità nei corpi e nelle identità rappresentate, lo Street Casting consente di raccontare storie vere e creare un senso di appartenenza e comunità attraverso i volti scelti. Un fenomeno che nasce anche come risposta al bisogno crescente di realtà in un mondo dominato da immagini filtrate e vite idealizzate sui social media: al posto della perfezione artefatta, lo Street Casting propone corpi segnati, camminate spontanee, biografie vissute.
Nella fotografia come Claude ha interpretato il concetto di Dark Woke (poi generato con Midjourney): Una fotografia ambientata in un laboratorio di botanica urbana dove attivisti progressisti coltivano piante rare e resistenti in un ambiente sotterraneo. La metafora centrale è quella di una coltivazione "nell'ombra" che prepara qualcosa destinato a emergere in futuro – simboleggiando come il movimento "Dark Woke" operi con pazienza strategica e determinazione lontano dai riflettori. I soggetti principali sono attivisti che curano meticolosamente piante che crescono in condizioni difficili, alcune delle quali modificate per resistere a climi estremi – una metafora della resilienza e dell'adattamento del progressismo in un'era politica ostile.
/ Passato: Muri Filosofici
«La città creativa fa schifo»
- sui muri di Palermo
«La città creativa fa schifo» è un graffio su una narrazione dominante: quella che veste di colori pastello e storytelling l’economia neoliberale travestita da innovazione urbana. Walter Benjamin, nel suo sguardo critico sulla modernità, ci ha insegnato che ogni progresso, ogni parata di luci, trascina con sé una scia di rovine. La "città creativa" celebrata nei masterplan e nei TEDx, è spesso una vetrina dove la creatività viene svuotata della sua forza sovversiva e ridotta a decorazione del capitale. In questa scritta c'è una rivolta silenziosa, un'eco di quella “barbarie” che Benjamin opponeva all'estetizzazione della politica: qui la creatività non è più arte che trasforma il mondo, ma gadget che lo addormenta.
«La città creativa fa schifo» sembra anche uno slogan che Guy Debord avrebbe apprezzato. Nella sua “Società dello spettacolo”, Debord denuncia come tutto diventi immagine, rappresentazione, simulacro. La “città creativa” è la scenografia perfetta per questo spettacolo: start-up, coworking, murales calcolati al millimetro. Ma dietro le quinte resta la gentrificazione, la precarietà mascherata da flessibilità, la solitudine distribuita come innovazione. Dire che fa schifo non è qualunquismo, è uno scatto di lucidità: è vedere che quella promessa di creatività è, spesso, solo un nuovo modo per vendere sempre le stesse merci, con un’etichetta più cool.
Theodor Adorno infine ci ha avvisati contro la “industria culturale”: la riduzione della cultura a intrattenimento, la sua trasformazione in merce. In questo senso, «La città creativa fa schifo» è un contro-canto a quella cultura amministrata che promette innovazione ma impone conformismo. La creatività, piegata al marketing territoriale, perde la sua forza negativa, la sua capacità di “dire no”. E allora chi scrive questa frase sul muro, fuori dai circuiti ufficiali, compie forse l’unico gesto davvero creativo rimasto: rifiutare.